Il blues: l’origine di tutto

Questo articolo è parte di una serie di supersintetiche schede su alcuni generi musicali. Le schede sono:

Il blues: l’orgine di tutto
Il Country e il Western
IL RHYTHM AND BLUES
I Beatles
La canzone: 2 esempi
Il Jazz
Hard Rock ed Heavy Metal
Heavy Metal

Queste schede erano nate per il bollettino mensile di una parrocchia, qualche anno fa, ma mi sembrano ancora valide.

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La gente continua a domandarmi dove nacque il blues. Tutto quello che posso dire è che, quando io ero ragazzino, nelle campagne, cantavamo sempre. In realtà non cantavamo, gridavamo, però inventavamo le nostre canzoni raccontando le cose che ci stavano succedendo in quel momento. Credo che fu allora quando nacque il blues.                                    Son House, 1965

 

Le parole del vecchio bluesman che racconta la sua infanzia certamente danno un’idea precisa del clima che fece da substrato al blues, una musica, o meglio un canto legato ad un popolo e alla sua storia.

Infatti quando si parla di blues non si deve certo pensare ad un’invenzione recente, anzi, per trovarne le radici bisogna andare fino ai primi anni dell’ottocento, quando sulle cosiddette “navi negriere” migliaia di africani venivano deportati in condizioni di schiavitù nel nuovo continente americano. E come racconta Son House, cantavano, probabilmente accompagnandosi con strumenti a percussione, raccontando storie legate alla loro terra che non avrebbero più rivisto o narrando la sofferenza della loro vita, più simile a quella di una bestia che a quella di un uomo.

Quindi da una situazione di sofferenza estrema, fino ai limiti della sopravvivenza, nasce una cultura, un genere, una forma (come vedremo) che nel corso degli anni prenderà il nome di blues (parola che deriva da blue, il colore, ma soprattutto la connotazione di uno stato d’animo triste e malinconico). A differenza del gospel e dello spiritual, che sono canti DI POPOLO legati o meno a delle celebrazioni, ma comunque con testi di argomento religioso, il blues è, potremmo dire, la faccia profana della cultura della popolazione di colore, ed è un canto ESSENZIALMENTE INDIVIDUALE. Talvolta diventa anch’esso preghiera, ma è una preghiera ultimamente disperata, rassegnata, nella quale raramente si intravede una via d’uscita.

Come dicevamo prima, col passare degli anni il blues acquisisce anche una forma standard, sia dal punto di vista testuale che da quello musicale, ed è la forma tripartita AAB. Per intenderci, prendendo ad esempio un brano molto conosciuto e facilmente reperibile, SWEET HOME CHICAGO di Robert Johnson, ripreso e riproposto in una serie innumerevoli di versioni, fra cui forse la più nota, quella cioè dei Blues Brothers nelle loro esibizioni live.

 

TESTO A        Oh, baby don’t you want to go,                                                MELODIA A

TESTO A        Oh, baby don’t you want to go,                                                MELODIA A

TESTO B        Back to the land of California,To my sweet home Chicago.      MELODIA B

 

Come appare chiaro dallo schema, la prima frase del testo viene ripetuta sulla medesima melodia; varia leggermente la successione degli accordi, che comunque in tutto sono tre (almeno nel blues più semplice). Ognuna delle tre frasi si svolge in un periodo musicale di 4 battute, tre-per-quattro-dodici, e così la forma standard del blues viene generalmente chiamata TWELVE-BAR-BLUES, ovverossia Blues a dodici battute.

Per non farla troppo lunga, un CD fondamentale ed alcuni nomi di riferimento, e poi l’evoluzione del genere, o meglio il perché di tanta importanza.

ROBERT JOHNSON – The complete recordings (2 CD). Uno degli esponenti di rilievo del genere, girava accompagnandosi solo con la sua chitarra acustica, una serie di registrazioni un po’ difficili da digerire se ascoltate tutte di fila, ma un campionario importantissimo per capire cosa fosse il blues intorno al 1930.

Altri nomi in ordine sparso: B.B. King, Muddy Waters, Leadbelly, Kokomo Arnold, Blind Willie Mc Tell, ma è solo la punta di un iceberg incredibilmente vasto e profondo.

Un chitarrista jazz che suona il blues per divertimento è SCOTT HENDERSON, assolutamente impressionante  a questo livello è il suo cd DOG PARTY del 1994.

Perché il Blues è così importante? Perché è dal blues che nacquero prima il Rhythm and blues (o SOUL) e poi, incrociandosi con la musica bianca, il rock’n’roll, il fenomeno che ha rivoluzionato la musica di questo secolo. Ma di questo parleremo nella prossima puntata.