IL RHYTHM AND BLUES

Questo articolo è parte di una serie di supersintetiche schede su alcuni generi musicali. Le schede sono:

Il blues: l’orgine di tutto
Il Country e il Western
IL RHYTHM AND BLUES
I Beatles
La canzone: 2 esempi
Il Jazz
Hard Rock ed Heavy Metal
Heavy Metal

Queste schede erano nate per il bollettino mensile di una parrocchia, qualche anno fa, ma mi sembrano ancora valide.

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Ray Charles, Stevie Wonder, Marvin Gaye, The Supremes, e poi Diana Ross, Otis Redding, Aretha Franklin, Sam & Dave, James Brown. E ancora Soul, Rhythm and Blues, Funky. Così ho messo un bel po’ di nomi all’inizio e non devo lottare in fondo per farceli stare!

Ma che cos’è il Rhythm and Blues?
Lo dice il nome stesso, un Blues ritmato, che pian piano diventa la musica da ballo dei neri, e poi la musica da ballo dei bianchi, e poi la musica da ballo di tutti, perché è talmente forte che genera il rock and roll.

Ma non corriamo troppo: parlando del blues abbiamo detto che è il versante individuale e profano di ciò che è stato chiamato Gospel (da God Spell, parola di Dio, Vangelo) o Spiritual (canto modellato su un testo dell’Antico Testamento, oppure composto ex novo, ma comunque di carattere ed argomento religioso). Se vi capita, andate a cercare qualche vecchia incisione di Mahalia Jackson: la sua voce è quanto di più commovente e comunicativo sia mai esistito al mondo. Bene, questo canto di speranza è forse ciò che ha permesso alla popolazione nera americana, col passare degli anni e dei secoli, di mantenere viva la fiducia nel futuro, nella Salvezza, visto che il presente era alquanto buio. E quasi tutti gli artisti di rhythm and blues e di soul nascono dal Gospel, tappa obbligata nella formazione musicale del popolo afro-americano. Citiamo solo a titolo di esempio Sam Cooke, che con il suo gruppo, i Soul Stirrers è un esempio lampante del forte legame fra il Gospel ed il Soul.
Non ci sarebbe da dire molto di più, se si potesse ascoltare questa musica anziché parlarne. Il ritmo lento e trascinato del Blues diventa più saltellato, facendo propria anche l’esperienza dell’era dello swing (1930/40) e soprattutto di quella forma ritmico-melodica detta BOOGIE WOOGIE (si pronuncia bughi ughi!). Ascoltate brani come In the mood, o Take the a-train e coglierete un po’ dello spirito di quei tempi. Tanto per avere un’idea, spesso questa musica viene associata all’arrivo dei contingenti alleati in Italia alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

La lezione del Boogie è fondamentale per la musica soul, e ne costituirà la spina dorsale, rinforzata da una possente base ritmica (basso e batteria) e dall’uso dei primi strumenti elettrici, oltre che dalla cosiddetta ‘Sezione Fiati’, trombe, saxofoni e tromboni che risultano essere forse il tratto più caratteristico del Rhythm and Blues. E poi le voci strepitose e graffianti di tutti quei signori citati là in alto che, ognuno con delle caratteristiche sue proprie, contribuiscono a formare una tavolozza multiforme e ricca di sfumature.

Il Rhythm and Blues è considerato a buon diritto il papà, l’antecedente più diretto del Rock’n’roll, tanto è vero che fu proprio questo genere, programmato per la prima volta nel 1951 da un Disc Jockey bianco, a preparare il terreno al figlioletto che stava per nascere. Un genere così forte che per la prima volta riesce ad abbattere le barriere razziali e a diventare una musica ascoltata e ballata indiscriminatamente da tutti i giovani americani.

Un’ultima annotazione, che è poi un consiglio.
C’è un film, che ormai ha 28 anni, in cui attraverso una storia strampalata ma ultimamente credibile viene mostrato a tutti il vero spirito del Rhythm and blues, il sacro ed il profano, il bianco ed il nero uniti, ed insieme viene compiuta una scelta di una serie di pezzi veramente forti, si respira la vera aria del soul, e si suona veramente. E’ il film THE BLUES BROTHERS di John Landis e Dan Aykroyd, con lo stesso Aykroyd ed il grande John Belushi. Andate a rivederlo e capirete un pochino di quello che è il Rhythm and blues, e vedrete anche voi la luce.