Due storie agli antipodi

L’autobiografia di Frank Zappa e i diari di Kurt Cobain, due maniere opposte di vedere la musica e la vita.

Una libreria di Milano, fine luglio. Dopo una breve puntata nel reparto poesia, vado sparato alla sezione musica alla ricerca di qualche nuova uscita. In cima alle rispettive pile, due copertine mi guardano: Kurt Cobain e i suoi diari e l’autobiografia di Frank Zappa; nome conosciuto ai più il primo, un po’ meno il secondo, entrambi morti circa 10 anni fa.
Il fatto mi colpisce e senza ulteriori esitazioni acquisto entrambi i libri, che entrano a buon diritto fra le letture estive: uno autobiografia ironica, assai divertente e alquanto dissacrante di uno dei più geniali compositori del secolo, l’altro a suo modo anch’esso un’autobiografia, una testimonianza estrema di disagio (come odio questa parola) che non trovando una risposta soddisfacente ha portato questa giovane vita al suo tragico epilogo.
Difficile estrarre dei passi da libri che vanno assolutamente letti tutti, ma per esempio sentite come Zappa descrive gli anni ’80, intuendo ciò che sarebbe avvenuto da lì in poi con sempre maggiore intensità: ” La vera grande novità degli anni ’80 è la corsa frenetica a rigurgitare stili musicali dei decenni precedenti vagamente camuffati, all’interno di cicli sempre più brevi di nostalgia. Non è necessario immaginare la fine del mondo nel fuoco o nel ghiaccio, ci sono due altre possibilità: una sono le scartoffie e l’altra la nostalgia. Quando calcolate il lasso di tempo tra l’EVENTO e LA NOSTALGIA DELL’EVENTO, lo spazio sembra stabilizzarsi a circa UN ANNO MENO PER OGNI CICLO. Entro il prossimo quarto di secolo i cicli di nostalgia saranno praticamente così vicini che la gente non sarà più in grado di fare un passo senza provare già nostalgia per quello appena fatto. A quel punto tutto si ferma e arriva la Morte per Nostalgia.” Detto in altre parole, la progressiva cancellazione della novità. Ma il piglio di Zappa è quello di chi incessantemente scrive musica, suona e spende tutte le sue energie per una positività, fino a morire di cancro con dentro ancora un’enorme voglia di vivere.
Dall’altra parte una impressionante spirale che porta al progressivo annullamento di sé, dalla ricerca spasmodica di un’affermazione, del successo, fino a comprenderne l’inutilità e la vacuità, se non si è risposto alla domanda profonda della vita: ed io che sono? E fin dalla prima pagina riportata in questa raccolta di diari, si capisce tutto il suo mondo: una ostentata impermeabilità che non riesce a non tramutarsi nel desiderio di essere scoperto e, ultimamente, amato: “Non leggere il mio diario quando non ci sono. OK, adesso vado a lavorare. Quando ti svegli stamattina, leggi pure il mio diario. Fruga tra le mie cose e scopri come sono fatto”. La compagnia estrema dell’uno e l’estremo bisogno di compagnia dell’altro. La voglia di vincere la realtà e l’esperienza di chi dalla realtà viene sempre battuto. Più gustoso per i musicisti il libro di Zappa, adatto a tutti, anche se un po’ approssimativo nella traduzione e praticamente privo di note quello di Cobain. Ma entrambi accomunati dal fatto di essere VITA, pur con connotati diametralmente opposti.